Il prossimo 22 maggio SRM presenta a Napoli la sesta edizione della collana Un Sud che innova e produce, quest’anno dedicata all’importante ruolo che il Mezzogiorno riveste in particolare nelle cinque filiere produttive nazionali – Alimentare, Abbigliamento-Moda, Automotive, Aerospazio, Farmaceutica – e nell’ambito del nuovo paradigma competitivo dettato dalla Quarta rivoluzione industriale e dalla Circular Economy.
ASSINRETE ha contributo alla realizzazione dello studio, collaborando alla stesura del capitolo dedicato al tema “Reti, formazione professionale e manageriale a favore dell’innovazione tecnologica“.
Le Reti d’Imprese hanno un ruolo cruciale non solo nel fronteggiare la sfida della globalizzazione, con l’aumento della competitività, ma anche nel sostenere la capacità innovativa delle singole imprese, attraverso meccanismi di moltiplicazione della conoscenza.
I vantaggi di un sistema imprenditoriale, che ha trovato i propri punti di forza nella flessibilità e nella capacità di adattamento delle piccole e piccolissime imprese, sono oggi venuti meno rispetto alla necessità di adeguarsi ad uno scenario di estrema competitività ed a sfide di mercato in ambito globale.
Lo strumento delle Reti d’Imprese ha evidenziato in questi ultimi anni la propria valenza nel far fronte ai limiti dimensionali caratterizzanti le PMI, stabilendo i presupposti per una collaborazione senza per questo rinunciare alla propria autonomia. I dati rilevati dal sistema camerale evidenziano una forte crescita ed un’accelerazione del fenomeno con un coinvolgimento, a tutto il 2017, di oltre 23.000 imprese in 4.318 reti.
Ancora una volta, i dati analizzati evidenziano l’esistenza di direttrici settoriali e geografiche e, quindi, una tendenza a costituire reti composte da soggetti complementari, che suggeriscono l’esistenza di legami di filiera tra i soggetti coinvolti. In particolare si evidenzia l’appartenenza ai cluster produttivi dell’impiantistica industriale, dell’agroalimentare e del terziario avanzato.
Parlando di capacità innovativa,quindi di uno degli elementi cardine che, assieme all’aumento della competitività ha ispirato il legislatore nella definizione della norma che regola il contratto di rete, il superamento dei modelli d’imprese semplificati in voga in buona parte del ‘900, ha spostato il focus dal processo di produzione a quello di condivisione ed il modello di cooperazione in rete sta dimostrando la propria capacità di sostenere un processo di moltiplicazione della conoscenza, spesso limitato nelle imprese che la costituiscono, se prese singolarmente.